lunedì 23 gennaio 2012

dentro il barattolo: Officine Saffi

Nome: Officine Saffi
Luogo: Milano

È stato inaugurato da pochi mesi a Milano uno spazio unicamente dedicato alla ceramica, il primo in Italia, volto all’esposizione, alla produzione e alla diffusione dell’arte e del design legati a questo materiale.
Officine Saffi è al tempo stesso galleria espositiva, laboratorio (attrezzato con tornio, trafila e forno ad alte temperature), e redazione della rivista “La Ceramica in Italia e nel Mondo”. Si occupa della promozione del sapere e del saper fare che questa disciplina richiede.

Uno spazio polifunzionale, nato dalla passione delle titolari, diretto a diffondere le conoscenze basilari di quest’arte, a mostrare tutte le tecniche, le lavorazioni, i tipi di cottura e decorazione e, come precisa la curatrice Laura Borghi, a trasmetterne la professionalità e lo spirito, attraverso mostre, workshop, incontri con gli artisti, disposti a svelare il proprio lavoro, in uno scambio tecnico e umano.

Trova sede nel cortile di un palazzo inizio Novecento, in uno spazio da sempre utilizzato per attività manuali: in origine vi si trovava una tipografia e da ultimo un’officina. Ristrutturato, è un luogo arioso, leggero e materico al contempo, con ampie vetrate verso il cortile e un lucernario che regalano luce naturale per il lavoro e l’esposizione. Lo spazio è allestito con materiali e volumi semplici e funzionali.



La mostra ora in corso, Tea for two, racconta il rito del tè attraverso i lavori di artisti italiani e internazionali, chiamati a esprimere la propria arte nella presentazione del classico servizio da tè: teiera e due tazzine.
Questi alcuni dei lavori che trovo più interessanti.


Londra
Riproduce attrezzi e arnesi da cucina dal sapore antico utilizzando la tecnica del paperclay, che con l’aggiunta di ossidi conferisce alla materia una superficie corrosa, come a ricreare la patina del tempo: il fascino antico degli oggetti.


Carol Farrow, T42



Gargnano, Brescia
Tuffatori, saltatori, arrampicati su alte colonne, figure tondeggianti, dai costumi colorati, la bocca spalancata, le braccia tese. Omini in equilibrio, sull’orlo, sospesi. Slancio, verso la vita, e insieme stupore...
Qui un tuffatore diventa teiera, il cui coperchio disegna un’altra figurina colorata.

Mariano Fuga, Tuffatore fischiante



 
Mariano Fuga, Colonne


Milano

In un brano da un suo testo, il senso della sua ricerca, del suo percorso. Della vita

«Ho la sensazione che la comunicazione diretta fra gli esseri umani sia sempre più stentata, svuotata, a vantaggio di quella stereotipata e invasiva che viaggia sui media. Se dobbiamo raccontarci le esperienze, tendiamo a farlo in modo indiretto, scegliendo argomenti e registri neutri. La curiosità verso gli altri scade nel pettegolezzo. Il nostro interlocutore viene ridotto a spettatore di un racconto narcisistico. Forse è anche per questo che i miei personaggi sono esseri nati per vivere in coppia, in famiglia, in comunità; per incontrare gli altri, per avvicinarsi in modo reale, per raccontare la propria storia e aprirsi a uno scambio spirituale».


Guido De Zan, Teiera di porcellana e lastra



e ancora

Hennie Meyer, Teapot with green lines (Sud Africa)




Kohei Hahn, Teiera e due tazze con gambe (Germania)


Sun Kim, Teapot with two caps (Regno Unito)

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